Corsa alla Casa Bianca
Siamo in dirittura d’arrivo per le elezioni USA 2024. Martedì 5 novembre gli americani sceglieranno il loro prossimo presidente. Gli investitori di tutto il mondo stanno analizzando le implicazioni per i mercati di una corsa alla Casa Bianca in cui nessuno dei due candidati sembra prevalere nettamente sull’altro…
Siamo in dirittura d’arrivo per le elezioni USA 2024. Tra pochi giorni, martedì 5 novembre, gli americani sceglieranno il loro prossimo presidente. Il voto anticipato è già iniziato, anche in alcuni dei cosiddetti “swing states”, cioè gli stati “in bilico” che potrebbero avere un peso determinante sull’esito delle urne. Gli investitori di tutto il mondo stanno analizzando le implicazioni per i mercati di una corsa alla Casa Bianca in cui nessuno dei due candidati sembra prevalere nettamente sull’altro.
Non sorprende che le politiche abbracciate dalla Vice Presidente Harris siano molto simili a quelle del Presidente Biden. Se sarà lei a vincere, gli investitori potrebbero attendersi una certa continuità rispetto all’attuale contesto politico ed economico.
L’ex Presidente Trump ha preso una posizione forte ribadendo il suo motto “America First”. In caso di vittoria di Trump, assisteremmo a una brusca transizione verso dazi doganali più elevati, deregulation settoriale, confini più marcati e politica estera indipendente.
Sul fronte fiscale, sia Harris che Trump hanno prospettato un’impressionante serie di sgravi fiscali e piani di spesa. Volendo fare un confronto, le proposte di Trump sembrano più costose: circa $7.500 miliardi contro i $3.500 miliardi della sua diretta concorrente (secondo il Committee for a Responsible Budget, un organo super partes).
Dal punto di vista degli investitori, nuovi stimoli fiscali potrebbero favorire la crescita nel breve periodo (insieme a inflazione, tassi di interesse, ecc.), ma aggraverebbero un debito pubblico già insostenibile. Tuttavia, non dimentichiamo che è il Congresso, non il presidente, a controllare gli esborsi di Washington. Per apportare grandi cambiamenti sul piano fiscale il prossimo presidente dovrà quindi ottenere il benestare della Camera dei rappresentanti e del Senato. Occorre verosimilmente un “red” o un “blue” sweep (caso in cui un partito conquista sia la Casa Bianca che la maggioranza nelle due camere del Congresso).
Cosa attendersi per l’election day? I sondaggi indicano un testa a testa, pertanto l’attesa del verdetto delle urne potrebbe durare giorni o persino settimane. Tuttavia, a ben guardare, la maggior parte dei sondaggi rientra nel ‘margine di errore’ statistico, il che significa, forse, che l’esito delle urne sarà rapido e chiaro. (Cfr. il Grafico della settimana). Per gli investitori globali – e per molti elettori statunitensi – la cosa migliore sarebbe avere un risultato in tempi brevi.
Molti sondaggi rientrano nel margine di errore del 2–3%
Candidato alla presidenza USA – sondaggi nei “swing states”
Fonte: Allianz Global Investors, 270towin.com, al 21 ottobre 2024
I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
La settimana prossima
Oltre che dagli sviluppi sulle elezioni negli USA, la prossima settimana sarà scandita dalle relazioni sui risultati aziendali e da aggiornamenti economici. Per quanto riguarda i bilanci societari, il mercato azionario potrebbe trarre sostegno dalla settimana più densa in termini di pubblicazioni sui risultati relativi al terzo trimestre 2024. In termini di prospettive economiche, nulla di nuovo lunedì, a seguire una lunga serie di statistiche.
In Europa sarà protagonista la Germania con la pubblicazione del sondaggio GfK sul sentiment dei consumatori, in uscita martedì, e i dati su disoccupazione, inflazione e prodotto interno lordo (PIL) preliminare per il terzo trimestre, attesi per mercoledì. Il PIL tedesco, in particolare, potrebbe attirare l’attenzione, poiché gli analisti prevedono una contrazione della crescita per la sesta volta negli ultimi otto trimestri.
Per quanto attiene all’intera area euro, questa settimana saranno resi noti gli indici sulla fiducia dei consumatori, il sentiment del comparto industriale, il clima aziendale, i dati sulla disoccupazione e il PIL del terzo trimestre.
Passando all’Asia, gli investitori attendono in particolare la riunione della Banca del Giappone (BoJ) sulla politica monetaria, che si terrà venerdì. Contrariamente alla maggior parte delle altre banche centrali, la BoJ è in una fase di graduale rialzo dei tassi di interesse nel tentativo di contenere l'inflazione, che ormai viaggia sopra il target del 2% da un paio d’anni. Probabilmente la BoJ manterrà i tassi invariati questa settimana, mentre le autorità valuteranno i nuovi dati relativi a disoccupazione, produzione industriale, vendite al dettaglio e avvio di nuovi cantieri residenziali.
Tornando negli Stati Uniti, gli investitori potranno distrarsi dall’andamento della campagna elettorale con diverse statistiche economiche. Ad esempio quelle sui prezzi delle abitazioni, sulla fiducia dei consumatori e sull’apertura di nuovi posti di lavoro (martedì), il PIL del terzo trimestre (mercoledì), i dati su reddito personale/spesa/inflazione (giovedì) e la relazione sull'occupazione di ottobre (venerdì). Non dimentichiamo che alcuni dati recenti relativi agli Stati Uniti saranno con tutta probabilità influenzati dagli uragani Helene e Milton. Sebbene tale impatto svanirà verosimilmente nei prossimi mesi man mano che le aree colpite si riprenderanno, eventuali segnali di debolezza economica potrebbero facilmente diventare munizioni nella corsa alla Casa Bianca.
Cordialmente,
Greg Meier
Director, Senior Economist, Global Economics and Strategy