I vantaggi del “gradualismo prevedibile”

A fronte degli annunci destabilizzanti, ormai quasi quotidiani, dell'amministrazione USA, non si dovrebbero sottovalutare i vantaggi di un contesto caratterizzato da politiche stabili. In questo senso si distingue l'approccio alla riduzione dei tassi della Banca Centrale Europea, che, con il taglio nella riunione di aprile, ha proseguito nel percorso intrapreso lo scorso autunno…

A fronte degli annunci destabilizzanti, ormai quasi quotidiani, dell'amministrazione statunitense, non si dovrebbero sottovalutare i vantaggi di un contesto caratterizzato da politiche stabili. In questo senso si distingue l'approccio della Banca Centrale Europea (BCE) alla riduzione dei tassi di interesse. Nella riunione di aprile, la BCE ha deciso di tagliare il tasso di deposito di 25 punti base (pb; un punto base equivale a un centesimo di punto percentuale), proseguendo sul percorso intrapreso lo scorso autunno.

La situazione si è evoluta per lo più a favore della BCE. Come ha affermato la Presidente Lagarde durante la conferenza stampa, non solo l'inflazione è scesa, ma anche gli accordi salariali sembrano mostrare una tendenza al ribasso, motivo per cui la banca centrale confida in una flessione dell'inflazione dei servizi, importante per ancorare saldamente l'inflazione core all'obiettivo. Di recente anche i prezzi dell'energia sono scesi e l’aumento del tasso di cambio euro-dollaro dà ulteriore impulso alla disinflazione nell'area euro. A breve termine tutti i fattori puntano nella stessa direzione, quindi nessun membro del consiglio direttivo della BCE aveva motivo di opporsi ad un ulteriore taglio dei tassi in questa fase.

Tutto ciò a prescindere da quello che la Presidente Lagarde ha definito un contesto di eccezionale incertezza. La BCE ha sottolineato che le prospettive di crescita si sono deteriorate a causa dell'imposizione dei dazi, mentre i rischi sembrano fortemente orientati al peggioramento. In precedenza, la BCE aveva descritto la propria politica monetaria come "restrittiva", ma dopo l'ultimo taglio di 25 pb questa espressione è stata rimossa - il che a prima vista potrebbe sembrare limitare il margine per ulteriori allentamenti da parte della banca centrale. Tuttavia, la Presidente Lagarde ha dichiarato che il concetto di tassi neutrali si può applicare solo in un contesto economico privo di shock. Dal momento che questo non è il caso attuale, Lagarde ha chiarito che questo non è un fattore che influenza le decisioni della BCE.

Su che cosa si baseranno le decisioni future della BCE circa i tassi di interesse?

La Presidente Lagarde ha ribadito che l'obiettivo principale della BCE è la convergenza dell'inflazione verso il target del 2,0%. Dato il contesto di estrema incertezza circa le politiche (proveniente per la maggior parte dall'esterno dell'area dell'euro), Lagarde ha affermato che la BCE cercherà di mantenere la sua politica efficace e di essere agile nel prendere decisioni. Si può dunque evincere che, in caso di deterioramento delle condizioni del mercato, la BCE agirà probabilmente con rapidità e fermezza per garantire la trasmissione della politica monetaria. Se i mercati continueranno a funzionare correttamente, saranno le prospettive fondamentali su crescita e inflazione a guidare le sue decisioni. In occasione della prossima riunione, la BCE comunicherà le nuove previsioni circa crescita e inflazione. Alla luce dei commenti della Presidente Lagarde, sembra lecito pensare che le previsioni saranno in entrambi i casi inferiori alle precedenti. In tal caso, la traiettoria più probabile dei tassi europei sarebbe discendente. L’epilogo più probabile sembra pertanto un proseguimento del percorso di "prevedibile gradualismo" della BCE, tuttavia l'enfasi di Lagarde sulla necessità di essere agili non esclude la possibilità di un intervento di maggiore portata, in caso di necessità.

I tassi delle banche centrali divergono
I tassi delle banche centrali divergono

Fonte: Bloomberg, 22.04.2025

I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.

La settimana prossima

La prossima settimana sarà caratterizzata da importanti dati economici relativi a Stati Uniti e area euro, ma anche dalla riunione della Banca del Giappone, la banca centrale giapponese

Partiamo dagli USA, dove prodotto interno lordo (PIL) del primo trimestre dovrebbe evidenziare un forte rallentamento rispetto alla crescita registrata a fine 2024. Non si esclude inoltre una lieve contrazione della produzione, anche se tale rischio si è ridotto alla luce del recente miglioramento dei dati. Quanto ai dati sull'occupazione negli Stati Uniti per il mese di aprile, si prevede una decelerazione della creazione di posti di lavoro rispetto agli ultimi mesi. Al centro dell'attenzione anche i risultati dei sondaggi: l'indagine sul comparto manifatturiero dell’ISM probabilmente indicherà ancora pressioni al ribasso nel settore, che inizia a risentire degli aumenti dei dazi. Nonostante il contesto sfavorevole, si attendono notizie più positive circa l'inflazione target della Federal Reserve (o Fed, la banca centrale degli Stati Uniti): dopo essere salito ben oltre quanto previsto dalla Fed, in marzo l’indice dei prezzi al consumo per le spese personali (PCE) core dovrebbe registrare un aumento modesto, pari allo 0,1%. Una delle statistiche USA più attese la prossima settimana sarà l'indice del costo del lavoro (ECI, acronimo dell’inglese Employment Cost Index), poiché rappresenta il parametro più ampio per rilevare le pressioni inflazionistiche indotte dai salari. Per quanto riguarda l’area euro, i risultati dell'indagine sul sentiment della Commissione europea rispecchieranno probabilmente le prospettive più cupe circa l'attività economica dipinte dagli indici dei responsabili degli acquisti. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC, dall’inglese Harmonised Index of Consumer Prices) di aprile dovrebbe mostrare un'ulteriore decelerazione dell'inflazione complessiva, data la debolezza dei prezzi del gas e il rafforzamento dell'euro. In Germania, il PIL del primo trimestre dovrebbe evidenziare un miglioramento rispetto al calo registrato nel quarto trimestre dello scorso anno, ma il tasso di disoccupazione tenderà probabilmente ancora al rialzo. Infine, è probabile che alla prossima riunione la banca centrale giapponese lasci i tassi di interesse invariati. Alla luce delle pressioni rialziste sullo yen e del ridimensionamento delle aspettative di crescita, in questo momento la banca centrale non ha alcuna fretta di proseguire con l’aumento dei tassi di interesse, nonostante l'inflazione superiore all'obiettivo.

Cordialmente,

Sean Shepley
Senior Economist 

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