Sintesi
Per aiutare gli investitori a orientarsi in un mondo tanto diverso da quello passato, abbiamo individuato tre temi generali: la ripresa della Cina, rendimenti obbligazionari costantemente bassi e la propensione a vivere e investire in modo più sostenibile. Mettiamo a disposizione la nostra esperienza e le nostre conoscenze per spiegare perché questi temi rappresentano grandi opportunità e grandi rischi per i portafogli e che cosa possono fare gli investitori.
In sintesi
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Cosa ci aspetta per il resto del 2021?
Nel complesso, l’economia ha riacquistato slancio, dando impulso ai mercati finanziari, anche se la crescita resterà probabilmente sotto il livello tendenziale pre-pandemia per qualche anno (vedi grafico). La pandemia di Covid-19 non è ancora domata, ma la somministrazione dei vaccini sta aiutando alcuni Paesi a voltare pagina e tutti sperano che i rischi diminuiscano col passare dei mesi. Inoltre, questo boom economico e dei mercati non è privo di conseguenze, non ultimo l’aumento dell’inflazione, e gli investitori dovrebbero tenere conto dei possibili interventi dei decisori politici.
Implicazioni per gli investimenti
- Un incremento dell’inflazione quest’anno (e potenzialmente anche in seguito), rende importante preservare il potere di acquisto con fonti supplementari di rendimento.
- La Federal Reserve statunitense prevede di alzare leggermente i tassi nel 2023 in risposta a dati economici più forti del previsto e all'aumento dell'inflazione. I mercati potrebbero diventare più volatili a seconda di come queste mosse saranno annunciate e implementate.
- Siamo ancora orientati verso gli asset rischiosi, anche se con la dovuta cautela. Quindi non crediamo che gli investitori debbano eliminare il rischio in portafoglio, ma piuttosto considerare un posizionamento più neutrale lungo lo spettro dei vari livelli di rischio/rendimento, almeno nel breve periodo.
Previsioni PIL (2020-2021)
Fonte: Bloomberg, Allianz Global Investors. Dati a maggio 2021.
Outlook di metà 2021 per area geografica
Il successo della campagna vaccinale e la diminuzione dei casi di Covid-19, insieme ai bassi tassi di interesse e ai continui stimoli fiscali, hanno consentito buoni progressi dei dati economici e degli utili aziendali da inizio 2021. Vi sono tuttavia alcuni rischi che potrebbero intaccare previsioni altrimenti positive per la seconda parte dell’anno, come le crescenti pressioni inflazionistiche e i possibili incrementi delle imposte.
Dopo la solidità della prima parte dell’anno, i mercati statunitensi potrebbero evidenziare fasi di volatilità, tuttavia manteniamo la preferenza per i settori value/ciclici per i prossimi mesi. Settori come quello dei finanziari possono beneficiare del contesto di rendimenti obbligazionari più elevati e curve dei rendimenti più inclinate, mentre energia e commodity dovrebbero continuare a performare bene grazie alla ripresa della domanda nel quadro della riapertura dell’economia globale. Alcuni ambiti delle infrastrutture, le energie pulite e il 5G, beneficiano del supporto del programma del Presidente Biden.
A fronte di una crescita sostenuta e del rialzo dell’inflazione, i rendimenti obbligazionari potrebbero salire ulteriormente. Tale dinamica potrebbe far aumentare le pressioni ribassiste su asset e settori con duration lunga, compresi i titoli societari investment grade, le aree growth e la tecnologia.
Dopo un inizio d’anno debole, gli indicatori di sentiment suggeriscono che l’attività economica è in accelerazione, segno che nel secondo semestre potremmo assistere a una ripresa sostenuta e diffusa, favorita dall’ulteriore allentamento delle misure di contenimento del virus. L’inflazione nell’Eurozona potrebbe raggiungere il picco nel 2021 per poi rallentare nel 2022. La ripresa continuerà a dipendere dal supporto della politica economica, e la linea monetaria della Banca Centrale Europea si conferma nel complesso espansiva.
Nel quadro della costante incertezza legata alla pandemia, l’accelerazione della crescita dovrebbe sostenere gli utili aziendali, che saranno probabilmente il primo motore dei rendimenti azionari nel 2021. Benché ci attendiamo un moderato incremento dei rendimenti delle obbligazioni governative a lunga scadenza, trainato da quelle statunitensi, il rialzo dell’inflazione potrebbe essere temporaneo e non intaccare il generale contesto di rendimenti bassi.
Per l’economia britannica prevediamo una continua ripresa sulla scia della rapida somministrazione dei vaccini e della generale riapertura delle attività. I consumatori potranno quindi tornare a spendere, grazie anche ai risparmi accumulati durante la pandemia. La politica fiscale si confermerà probabilmente accomodante nonostante la riduzione degli stimoli verso fine anno. L’inflazione dovrebbe salire nel secondo semestre, ma le pressioni sottostanti sui costi crescono solo gradualmente.
Gli attriti post Brexit sul fronte commerciale (in particolare riguardo le barriere diverse dai dazi) continuano a frenare le esportazioni, malgrado l’accordo sancito con l’UE a fine 2020. Per il momento non sembra che il calo degli scambi con l’UE sia compensato da scambi più intensi con il resto del mondo.
Grazie a efficaci misure di contenimento del coronavirus, l’economia cinese è tornata al suo tasso di crescita tendenziale. La normalizzazione delle misure di supporto fiscale e monetario potrebbe sfavorire gli asset rischiosi, tuttavia le autorità cinesi continueranno a vigilare per evitare eventuali problemi in questo senso. Dal punto di vista geopolitico, le difficili relazioni con gli Stati Uniti potrebbero influire sulle prospettive a livello commerciale e finanziario della Cina.
La recente battuta d’arresto dei mercati azionari cinesi dovrebbe essere considerata favorevolmente, avendo portato le valutazioni a livelli più interessanti. I mercati obbligazionari cinesi offrono agli investitori rendimenti che è difficile trovare in altre grandi economie, dove i tassi potrebbero rimanere bassi ancora più a lungo. Inoltre, i mercati cinesi sono volatili, quindi è consigliabile mantenere un orizzonte di lungo periodo.
Il Giappone ha avviato la campagna di vaccinazione e questa estate Tokyo ospiterà i Giochi Olimpici (originariamente previsti per l’anno scorso), nonostante il recente aumento dei casi di Covid-19. In tale contesto ci attendiamo una graduale ripresa della domanda interna nella seconda metà dell’anno. Al contempo, la domanda estera (esportazioni meno importazioni) dovrebbe rimanere sostenuta grazie alla continua ripresa degli investimenti in conto capitale a livello globale.
Le pressioni sui prezzi restano modeste nonostante le migliori prospettive di crescita, quindi la Bank of Japan tenta di rendere la sua politica monetaria più sostenibile.
La ripresa economica globale e la lieve debolezza del dollaro USA creano condizioni favorevoli per la maggior parte dei mercati emergenti. Mentre le principali banche centrali si sono impegnate a mantenere un atteggiamento decisamente espansivo nonostante il temporaneo rialzo dell’inflazione, alcune autorità monetarie delle aree emergenti hanno iniziato a inasprire la politica monetaria. Infatti, le banche centrali di Turchia, Brasile e Russia hanno già alzato i tassi, e l’atteso aumento dell’inflazione potrebbe indurre altri istituti a seguirne le orme.
La minaccia di un nuovo incremento dei casi di Covid-19 è particolarmente grave in alcuni Paesi emergenti. Nonostante gli scarsi progressi nella lotta alla pandemia rispetto alle aree avanzate, i mercati emergenti dovrebbero recuperare terreno verso la fine del 2021. In queste aree prevediamo tuttora una ripresa fragile e disomogenea. In generale, i Paesi che hanno saputo contenere meglio la pandemia, come Corea del Sud e Singapore, sembrano quelli meglio posizionati.
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12022: The growth opportunity of the century, PwC
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