Stagflazione?
Sintesi
I dati sulla crescita sono al centro dell’attenzione. I recenti sviluppi non rappresentano una sorpresa: dopo tutto, l’unico dubbio riguardava il momento in cui la forte ripresa post pandemia, trainata da ampi stimoli fiscali e monetari, avrebbe superato il livello di picco. Aumentano anche i timori circa l’inflazione e la “stagflazione”, vale a dire il rialzo dei prezzi in presenza di stagnazione economica.
Gli investitori analizzano sempre più attentamente i dati sulla crescita economica. I recenti sviluppi non rappresentano una sorpresa. Dopo tutto, l’unico dubbio riguardava il momento in cui la forte ripresa post pandemia, trainata da ampi stimoli fiscali e monetari, avrebbe superato il livello di picco. Pur in presenza di differenze a livello di entità e tempistiche, nelle diverse nazioni e aree geografiche si registra una decelerazione della crescita economica. In tutti i Paesi – Cina compresa – è stato superato il picco. In Cina, nel terzo trimestre si è assistito a un rallentamento della crescita del PIL. Inoltre, i dati di settembre indicano una netta decelerazione della concessione di prestiti: il volume totale di finanziamenti si è rivelato il più modesto dal 2006.
I dati pubblicati nelle ultime settimane hanno comportato un aumento dei timori circa l’inflazione e la “stagflazione”, vale a dire il rialzo dei prezzi a fronte della stagnazione dell’economia. In particolare, il rincaro delle materie prime richiama tale fenomeno, caratteristico degli anni ’70.
Al contempo, negli USA la stagione di pubblicazione degli utili per il terzo trimestre sta entrando nel vivo. Gli analisti prima dell’avvio della stagione di pubblicazione dei dati di bilancio hanno adottato un approccio di maggiore prudenza, come dimostra il trend nelle revisioni degli utili. Il rapporto revisioni al rialzo/ revisioni al ribasso si attesta chiaramente al di sotto del picco e mostra una progressiva flessione seppur da livelli alti. Il minor ottimismo lascia spazio a sorprese positive, ma è improbabile che gli utili si rivelino tanto superiori alle stime quanto nei cinque trimestri precedenti.
In un contesto caratterizzato da fattori sfavorevoli quali rallentamento della crescita globale e aumento delle pressioni inflazionistiche, gli investitori valuteranno attentamente se le aziende evidenziano già pressioni sui margini o se le prevedono per il futuro. Un’altra questione rilevante è se e in che misura le società sono in grado di gestire le strozzature sul fronte dell’offerta.
La settimana prossima
La prossima settimana l’attenzione sarà catalizzata dagli indicatori del sentiment. Lunedì conosceremo l’indice ifo sulla fiducia delle imprese tedesche e l’indice dell’attività nazionale della Fed di Chicago per gli USA. Mercoledì sarà la volta dell’indice GfK sulla fiducia dei consumatori per la Germania, seguito a stretto giro dai dati sugli ordinativi di beni durevoli negli USA. Giovedì sono attesi i dati sul sentiment economico e i prezzi al consumo per l’Area Euro, nonché quelli sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli USA. La recente evoluzione di questi ultimi indica un mercato del lavoro solido, un fattore che potrebbe alimentare le pressioni sui prezzi. Inoltre, verrà reso noto il PIL (prodotto interno lordo) per il terzo trimestre di Eurozona e USA.
Ci aspetta quindi una fase di stagflazione? Crediamo che parlare di stagflazione sia esagerato. Come spesso accade i mercati tendono a oscillare da un estremo all’altro, e spesso le “narrazioni” (pensiamo a Robert Shiller) fanno leva su etichette d’effetto non del tutto appropriate. In ogni caso, dovremo fare i conti con l’inflazione ancora per qualche tempo.
Sotto il profilo tecnico, i mercati attraversano ora una fase turbolenta e non si escludono ripetute battute d’arresto. Sinora le medie a 200 giorni hanno rappresentato solidi livelli di resistenza e gli indicatori di forza relativa puntano a una situazione tranquilla. Di conseguenza le potenziali pressioni di vendita dovrebbero attenuarsi. Per contro, i rendimenti delle obbligazioni governative a lunga scadenza di USA e Area Euro e il Bloomberg commodity price index hanno evidenziato una rottura al rialzo.
Con l’augurio di una crescita sostenibile e di prezzi stabili.
Cordialmente,
Dr. Hans-Jörg Naumer
The Week Ahead – 22 ottobre 2021 Scopri di più |
Aria di cambiamento
Sintesi
La settimana prossima potrebbe essere decisiva per gli investitori, considerati i numerosi eventi di rilievo. In primo luogo sul fronte monetario, dove non si esclude un cambio di rotta di Bank of England e Federal Reserve USA, che si preparano a ridimensionare i piani di stimoli di emergenza.