“Ordinary World”

30.07.2021
Gone till November

Sintesi

La ripresa economica mondiale sembra aver raggiunto un picco. Ma di fronte a questi sviluppi, ci sono due elementi fondamentali da tenere in considerazione…

La ripresa economica mondiale sembra aver raggiunto il picco. Ma anche se la situazione si è indebolita, ci sono due elementi fondamentali da tenere in considerazione. Innanzitutto, nessuno si aspettava che la rapida espansione della prima metà del 2021 continuasse all’infinito. In effetti, una fase di rallentamento della crescita appare più che naturale dopo le impennate di carattere straordinario dovute alla somministrazione dei vaccini, alla riapertura delle attività e agli stimoli fiscali.

In secondo luogo, anche se il momentum è prossimo al picco, i fondamentali della ripresa restano solidi. Stando all’aggiornamento del 27 luglio del World Economic Outlook del FMI, nel 2022 l’economia globale dovrebbe registrare una crescita del 4,9%. I pessimisti potrebbero far notare che tale dato è inferiore al 6,0% del 2021. Ma forse è più significativo il fatto che, nonostante il previsto rallentamento, la crescita del 2022 sarà più consistente della media del 3,7% registrata fra il 2010 e il 2019. La perdita di slancio è sicuramente un elemento negativo, ma va pur sempre contestualizzata.

Che dire della pandemia e della contagiosissima variante Delta? Per il momento la Covid-19 rappresenta ancora una minaccia concreta, quindi le previsioni dello scenario di base sono tutte caratterizzate da un livello di incertezza superiore alla norma. Tuttavia, la somministrazione di vaccini altamente efficaci cambia gli equilibri fra epidemia e lockdown.

Negli Stati Uniti i casi di coronavirus sono in aumento e la situazione probabilmente continuerà a peggiorare per molte settimane. Potremmo quindi leggere ancora parecchie cattive notizie legate alla Covid-19 e sentir parlare di interventi sul fronte economico. Ma a uno sguardo più attento si nota chei focolai scoppiano essenzialmente negli stati con una percentuale inferiore di vaccinati, dove abbondano i negazionisti e le autorità sono meno propense a decretare un lockdown.

Questo è importante. Suggerisce una potenziale separazione tra preoccupazioni per il Covid ed effettivo impatto economico. Potrebbe significare una maggiore attenzione della Federal Reserve ai rischi di ribasso (ovvero, tassi bassi più a lungo). Dovrebbe anche comportare un’accelerazione nella somministrazione dei vaccini, con conseguente aumento del numero di immunizzati prima dell’inizio dell’inverno.

La settimana prossima

Gli investitori internazionali hanno davanti una settimana fitta di dati economici. Si inizia lunedì con l’Asia: conosceremo il livello della fiducia dei consumatori giapponesi, l’inflazione di Tokyo e le statistiche sull’attività manifatturiera cinese (che dovrebbero segnalare un lieve rallentamento). In Europa si prevede un calo della crescita delle vendite al dettaglio in Germania, dove però i dati sulla produzione dovrebbero confermarsi robusti.

L’Asia sarà al centro dell’attenzione anche martedì, giorno in cui si attendono la decisione della Reserve Bank of Australia sulla politica monetaria e gli indici PMI del settore dei servizi di Giappone e Cina. Mentre la situazione cinese dovrebbe migliorare ancora, in Giappone i dati potrebbero peggiorare ulteriormente.

Mercoledì sarà la volta dei consumi statunitensi e della loro tenuta a fronte dell’aumento dei casi di Covid. Le stime di consensus segnalano un’accelerazione delle vendite di veicoli leggeri e continui progressi negli indici ISM dei servizi.

Giovedì saranno pubblicati importanti statistiche sulla spesa delle famiglie giapponesi (prevista in rallentamento), sulla produzione industriale tedesca (prevista in accelerazione) e una decisione della Bank of England sulla linea politica (non si prevedono grandi modifiche in materia di tassi di interesse e acquisto di asset).

La settimana terminerà venerdì con il rapporto sull’occupazione USA. Le stime di consensus di Bloomberg indicano un’accelerazione dell’aumento dei posti di lavoro dagli 850.000 di giugno ai 926.000 di luglio, e un calo della disoccupazione dal 5,9% al 5,7%.

Il quadro tecnico

Siamo all’inizio di un periodo dell’anno normalmente sfavorevole per gli investitori. Da sempre agosto e settembre tendono a rivelarsi turbolenti, il supporto offerto dalla pubblicazione degli utili societari svanisce lentamente e la liquidità sul mercato si riduce a causa del minor volume di contrattazioni proprio della stagione estiva.

L’ampiezza del mercato (market breadth) in effetti è già diminuita, dato che i recenti massimi storici erano sostenuti dai guadagni di un esiguo numero di titoli. Guardando al futuro, le azioni potrebbero evidenziare un movimento laterale, con un supporto al ribasso intorno alle medie mobili a 200 giorni.

Quanto alle obbligazioni, i Treasury USA hanno debolmente recuperato rispetto alle recenti battute d’arresto. In parte questo si spiega con il fatto che gli acquisti di asset della Federal Reserve hanno assorbito gran parte del volume di nuove emissioni (cfr. Grafico della Settimana). Gli spread creditizi si sono leggermente ampliati ma al momento non mostrano segnali di stress.

Cordialmente,

Greg Meier

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