La prova dei fatti

01.10.2021

Sintesi

In che direzione va l’economia? Che cosa dobbiamo attenderci sul fronte dell’inflazione? Quale ruolo ha la politica monetaria? E poi c’è la pandemia. Domande su domande. È tempo di guardare ai fatti…

In che direzione va l’economia? Che cosa dobbiamo attenderci sul fronte dell’inflazione? Quale ruolo ha la politica monetaria? E poi c’è la pandemia. Domande su domande. È tempo di guardare ai fatti:

  • Congiuntura: Dopo 13 mesi di rialzo ininterrotto, il nostro indicatore proprietario sul contesto macroeconomico ha registrato la seconda flessione consecutiva. In Cina e negli Stati Uniti il livello di picco nell’espansione economica sembra ormai superato, mentre Eurozona e Giappone (benché più esitante) sono prossimi al suo raggiungimento. 
  • Inflazione: Non è ancora certo che l’aumento dell’inflazione sia solo un fenomeno temporaneo, come ritiene la maggior parte degli investitori. Di sicuro i prezzi sono influenzati da effetti base e congiunturali che non dovrebbero perdurare a lungo. Anche il prezzo del petrolio sembra al momento eccessivo, ma alcuni sviluppi lasciano presumere che in futuro i prezzi si manterranno elevati. Il rincaro delle abitazioni dovrebbe far salire anche i canoni di affitto. Il rallentamento della globalizzazione, causato ad esempio dallo sconvolgimento delle filiere, e i cambiamenti demografici, per cui in futuro le persone che usciranno dal mercato del lavoro saranno più numerose di quelle che vi entrano, avranno certamente delle conseguenze su questo fronte. Last but not least: le politiche monetarie più accomodanti alimentano la liquidità in eccesso, che prima o poi in qualche modo verrà impiegata.
  • Politica monetaria: Anche se probabilmente nel 2022 l’espansione dei bilanci delle banche centrali rallenterà, ancora non si intravvede un livello di picco dopo le politiche monetarie anti-Covid-19. Le iniezioni di liquidità delle autorità monetarie diminuiranno molto gradualmente e in modo non uniforme. La Federal Reserve USA dovrebbe essere la prima tra le principali banche centrali ad annunciare la riduzione degli acquisti di asset a novembre. Entro la prossima estate tali misure saranno verosimilmente eliminate del tutto. Gli acquisti di obbligazioni dovrebbero avere termine prima che si possa procedere al primo inasprimento dei tassi. La Banca Centrale Europea sembra invece restia a porre fine alla linea accomodante e il rialzo dei tassi è ancora un’ipotesi remota. Di fatto è stata decisa solo una modesta riduzione degli acquisti di obbligazioni nell’ambito del PEPP, il programma di acquisto di asset legato all’emergenza pandemica. Per ulteriori decisioni occorrerà aspettare fino a dicembre. Dalla Bank of Japan non si attende invece alcuna modifica della politica monetaria.
  • Coronavirus: La Covid-19 resta la prima causa di morte in tutto il mondo, nonostante le profonde differenze fra un Paese e l’altro. La diffusione della variante Delta dovrebbe tuttavia avvicinarsi al picco. Di conseguenza anche i decessi dovrebbero lentamente diminuire.

Nel complesso la “prova dei fatti” lascia presumere un aumento del nervosismo sui mercati finanziari nelle prossime settimane, anche se l’ago della bilancia è tuttora rappresentato dalla liquidità in cerca di rendimento.

Allocazione tattica azioni e obbligazioni. 

  • L’imminente “prova dei fatti” dovrebbe mettere in agitazione i mercati. Economia, attese inflazionistiche, politiche monetarie, andamento della pandemia… tutto viene passato al vaglio.
  • Le diverse asset class presentano valutazioni elevate, per lo meno rispetto ai livelli storici. Nell’attuale contesto di tassi bassi/negativi anche le obbligazioni non possono più essere considerate a buon mercato.
  • Proseguono i flussi positivi nei fondi azionari di tutto il mondo. I tassi bassi/negativi con ogni probabilità rappresentano il driver principale. Circa il 30% del mercato obbligazionario globale rende meno dello 0%. Un ulteriore 40% circa rende fra lo 0% e l’1%.
  • Prevediamo pertanto ulteriori afflussi nei fondi azionari, anche come conseguenza della dilatazione dei fondi del mercato monetario. Un trend che dovrebbe sostenere gli asset rischiosi nel medio termine.

 

Cordialmente,

Dr. Hans-Jörg Naumer


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