Aria di cambiamento

29.10.2021

Sintesi

La settimana prossima potrebbe essere decisiva per gli investitori, considerati i numerosi eventi di rilievo. In primo luogo sul fronte monetario, dove non si esclude un cambio di rotta di Bank of England e Federal Reserve USA, che si preparano a ridimensionare i piani di stimoli di emergenza.

La settimana prossima potrebbe essere decisiva per gli investitori, considerati i numerosi eventi di rilievo. In primo luogo sul fronte monetario, dove non si esclude un cambio di rotta di Bank of England (BoE) e Federal Reserve (Fed) USA. 

Sebbene alcune grandi banche centrali portino avanti una linea espansiva, BoE e Fed si preparano a ridimensionare i piani di stimoli di emergenza. Le autorità monetarie sono preoccupate per l’inflazione (impennata dei prezzi delle commodity, pressioni sulle filiere e rapido aumento dei salari). I rincari sono stati superiori – e più duraturi – di quanto previsto dalle banche centrali.

Pertanto, alla riunione della BoE della prossima settimana è improbabile una dura opposizione all’eventualità di un ciclo di inasprimento dei tassi nel prossimo futuro. Al contempo, la Fed dovrebbe annunciare l’avvio del tapering del programma di acquisti mensili di asset, attualmente pari a USD 120 miliardi. In caso di riduzione degli acquisti di USD 15 miliardi al mese (USD 10 miliardi in Treasury e USD 5 miliardi in MBS), il ridimensionamento sarà completato a giugno/luglio 2022 e non si esclude un rialzo dei tassi nel periodo immediatamente successivo (cfr. grafico della settimana).

In ogni caso, è tuttora probabile che alcuni driver dell’inflazione abbiano natura transitoria. I costi legati alla situazione sul mercato delle materie prime e lungo la filiera potrebbero addirittura avere effetti disinflazionistici il prossimo anno in presenza di un’attenuazione delle strozzature. Come detto in precedenza, tuttavia, le pressioni nel mercato del lavoro potrebbero mettere a rischio la “transitorietà” del fenomeno. Un recente report della Federal Reserve di Saint Louis indica infatti che negli USA “mancano” 5,25 milioni di lavoratori; di questi, probabilmente, oltre 3 milioni sono andati in pensione anticipata. La conseguenza: se la domanda di personale rimarrà robusta e i pensionati decideranno di non tornare al lavoro potremmo assistere a una diffusione dell’inflazione salariale, già presente in alcuni settori (p.e. nella ristorazione).

Oltre alle decisioni di Fed e BoE dovremo monitorare attentamente gli sviluppi in Cina. Il Paese è alle prese con diversi grattacapi tra cui gestione di focolai di Covid-19 e lockdown, carenza di energia elettrica e riduzione dell’indebitamento nel settore immobiliare. Di conseguenza, è probabile che la crescita cinese continui a rallentare anche nel 2022. Inoltre, dato che il mondo intero fa affidamento sull’export dalla Cina, gli attuali problemi nei settori manifatturiero e delle spedizioni potrebbero alimentare il rialzo dell’inflazione lungo la filiera globale.

La settimana prossima

Le decisioni di Fed e BoE saranno rese note rispettivamente mercoledì e giovedì. Nell’attesa potremo concentrarci su numerosi dati non monetari. Ad esempio, lunedì e martedì sarà l’economia cinese a catalizzare l’attenzione data la pubblicazione dei PMI manifatturiero e dei servizi di ottobre. Gli investitori saranno impazienti di scoprire se il recente rallentamento si è stabilizzato o acuito. 

Quanto ai dati dell’Eurozona, martedì sarà la volta del PMI manifatturiero, mercoledì del tasso di disoccupazione, giovedì dei prezzi di produzione e infine venerdì delle vendite al dettaglio. In generale si prospettano condizioni stabili a fronte di un moderato incremento di inflazione cumulata e spesa al consumo.

Conosceremo anche svariati dati strategici relativi agli Stati Uniti. Lunedì l’indagine ISM di ottobre sul settore manifatturiero potrebbe evidenziare un’attenuazione delle pressioni sui prezzi, seppur da livelli estremi. Mercoledì scopriremo il dato di ottobre sulle vendite di veicoli (recentemente frenate dalla carenza di semiconduttori), nonché gli ordinativi di beni durevoli e il report ISM sul settore dei servizi. La settimana si chiuderà con la divulgazione del report di ottobre sul mercato del lavoro USA (venerdì). Le stime di consensus suggeriscono progressi nell’offerta di forza lavoro: le assunzioni hanno evidenziato un’accelerazione da 194.000 in settembre a 385.000 in ottobre. La disoccupazione dovrebbe confermarsi stabile al 4,8% mentre la crescita salariale potrebbe rallentare. 

Contesto tecnico

Le azioni hanno dato prova di costante solidità; nelle recenti fasi di volatilità infatti gli investitori hanno beneficiato dell’opportunità di “buy the dip” (acquistare sulla debolezza). Si registrano flussi in entrata tanto in ambito tecnologico quanto nelle aree più difensive del mercato. Il continuo rincaro delle commodity alimenta il dibattito sull’inflazione e rappresenta un argomento a favore di un rialzo dei rendimenti obbligazionari. 

Cordialmente,

Greg Meier


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