Asia: in attesa dei tagli dei tassi della Fed

I differenziali tra i tassi di riferimento di Stati Uniti e Asia sembrano aver raggiunto il picco ed essere destinati a ridursi. Le banche centrali asiatiche potrebbero avviare l’allentamento, ma probabilmente rimarranno caute e interverranno solo dopo un taglio da parte della Fed, per prevenire la volatilità delle valute.

Negli ultimi due mesi le aspettative del mercato rispetto a un taglio dei tassi di riferimento negli Stati Uniti si sono ridimensionate a fronte del rialzo a sorpresa dell’inflazione nei mesi di gennaio e febbraio. Il dot plot del Federal Reserve Open Market Committee (“FOMC”, il comitato della banca centrale USA che si occupa della politica monetaria) di marzo indica tuttora una riduzione di 75 punti base (bp) nel 2024, ma il numero di tagli per l’anno in corso e per il 2025 è stato rivisto al ribasso. Sia il mercato che la Federal Reserve (Fed) si attendono ancora una diminuzione dei tassi, tuttavia le tempistiche stimate per il primo taglio sono state posticipate a giugno e la portata dell'allentamento prevista per il 2024 è stata ridotta.

Riteniamo probabile che negli Stati Uniti l'aumento dei prezzi delle abitazioni misurato dal CPI continuerà a rallentare su base annua, seguendo con un certo ritardo il trend disinflazionistico degli affitti. A nostro avviso, l'inaspettato aumento mensile dei fitti figurativi (owners’ equivalent rent, OER) in gennaio rappresenta una distorsione una tantum causata dal cambio di metodologia del Bureau of Labor Statistics, che nel calcolo dell'OER attribuisce ora un peso maggiore alle case indipendenti unifamiliari. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nonostante negli ultimi tempi l’aumento mensile dei posti di lavoro sia risultato più solido del previsto, la crescita salariale è diminuita per effetto della normalizzazione dell'offerta e della domanda di lavoro.

Se la Fed non effettuerà un altro rialzo dei tassi, i differenziali tra i tassi di riferimento di Stati Uniti e Asia hanno raggiunto il picco e sono destinati a ridursi. La disinflazione e l'incremento dei tassi di interesse reali consentono alle banche centrali asiatiche - in particolare alla Bank Indonesia (BI) e alla Reserve Bank of India (RBI) - di avviare l’allentamento; tuttavia, riteniamo che manterranno la cautela e interverranno solo dopo un taglio da parte della Fed, onde prevenire la volatilità delle valute. La People's Bank of China (PBoC), continuerà secondo noi a ridurre i tassi di riferimento e i tassi ipotecari in modo calibrato per fornire ulteriore sostegno al settore immobiliare in difficoltà. È invece probabile che la Banca del Giappone (BoJ) decida di aumentare ancora i tassi nel secondo semestre del 2024 se i dati sulla crescita e sull'inflazione sorprenderanno al rialzo.

La settimana prossima

La prossima settimana saranno resi noti gli indici macroeconomici sul sentiment di Cina e Giappone, i dati sull'inflazione dell'Area euro e le statistiche sul mercato del lavoro negli Stati Uniti.

Lunedì la Cina pubblicherà anche l'indice dei responsabili degli acquisti (PMI) di Caixin del settore manifatturiero relativo al mese di marzo, che il mercato utilizza per misurare la tenuta del comparto manifatturiero cinese. In Giappone usciranno invece i risultati dell'indagine Tankan della Banca del Giappone per il primo trimestre 2024: per l'indice della fiducia delle imprese si prevede un calo a quota 10 rispetto al 12 del trimestre precedente. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, conosceremo l'indice manifatturiero dell'Institute of Supply Management (ISM) per il mese di marzo, per il quale si attende un rialzo a 48 rispetto al 47,8 del mese precedente.

Mercoledì verrà pubblicato il PMI di Caixin per il settore dei servizi cinese, attraverso il quale il mercato potrà verificare l’impulso della domanda al consumo. Nell’Area euro saranno resi noti l'inflazione misurata dall'indice dei prezzi al consumo (CPI) e l’inflazione core CPI di marzo, che indicheranno il recente andamento dei prezzi nell'economia. Negli Stati Uniti uscirà l'indice dei servizi dell’ISM, per il quale il mercato prevede un lieve rialzo a 52,8 a marzo rispetto al 52,6 di febbraio. Conosceremo inoltre i dati sull'occupazione dell'Automatic Data Processing (ADP): il mercato si aspetta un aumento degli occupati di 155.000 unità a marzo, in accelerazione rispetto alle 144.000 unità di febbraio.

Giovedì l'Area euro pubblicherà i dati sull'inflazione dell'indice dei prezzi alla produzione (PPI) di febbraio. Negli Stati Uniti saranno inoltre resi noti i dati sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione per la settimana del 30 marzo e i dati sulle richieste di rinnovo del sussidio nella settimana del 23 marzo.

Venerdì avremo i dati preliminari dell'indice anticipatore e dell'indice coincidente relativi al Giappone per il mese di febbraio. Nell'Area euro saranno disponibili i dati sulla crescita delle vendite al dettaglio di febbraio, che ci riveleranno il recente andamento dei consumi. Infine, negli Stati Uniti saranno pubblicate le statistiche sull'occupazione di marzo, per le quali si prevede un aumento degli occupati al di fuori del settore agricolo di 208.000 unità (contro le 275.000 di febbraio) e un tasso di disoccupazione invariato al 3,9%.

Cordialmente
Christiaan Tuntono
Senior Economist, Asia Pacific

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