Sostegno alla crescita in Asia

La crescita dell’Asia potrebbe rallentare nella seconda metà del 2025, a causa della duplice pressione esercitata dall’aumento dei dazi statunitensi e dall’indebolimento della domanda interna. Questo scenario spingerà le banche centrali asiatiche ad allentare la politica monetaria e i governi ad intensificare il sostegno fiscale.

Prevediamo che la crescita dell’Asia tenderà a rallentare nella seconda metà del 2025, a causa della duplice pressione esercitata dall’aumento dei dazi statunitensi e dall’indebolimento della domanda interna. Le crescenti difficoltà sul fronte della crescita spingeranno le banche centrali asiatiche ad allentare le condizioni monetarie, mentre i governi saranno probabilmente costretti a rafforzare il sostegno fiscale.

Nonostante la conclusione di nuovi accordi commerciali abbia in gran parte ridotto l’incertezza legata alle politiche di Trump, quasi tutte le economie asiatiche si trovano ad affrontare dazi statunitensi sensibilmente più elevati rispetto all’inizio dell’anno. Tutto questo accade nonostante i dazi imposti alla Cina siano scesi drasticamente rispetto al picco del 145% e la maggior parte delle economie asiatiche si veda applicare dazi più bassi rispetto a quelli originariamente stabiliti dal Presidente Trump nel “giorno della liberazione” del 2 aprile.

Ma non sono solo le incertezze esterne a pesare: anche la domanda interna in Asia sta mostrando segnali di rallentamento. Nel mese di agosto i dati macroeconomici cinesi, come la crescita della produzione industriale, degli investimenti in beni fissi e delle vendite al dettaglio, si sono indeboliti disattendendo le aspettative del mercato. Detto ciò, riteniamo che il rallentamento sia in parte dovuto al tentativo del governo di contenere la crescita degli investimenti e di portare avanti la campagna “antiinvoluzione” per contrastare le pressioni deflazionistiche. Questa strategia riflette la fiducia delle autorità nel raggiungimento dell’obiettivo di crescita previsto per quest’anno.

Anche altre economie asiatiche devono far fronte alle pressioni sulla domanda interna e stanno cercando di fornire un maggiore sostegno: sul versante monetario abbiamo visto la Banca di Thailandia (13 agosto), la Banca d'Indonesia (20 agosto) e la Bangko Sentral ng Pilipinas (28 agosto) tagliare i tassi di interesse e ci aspettiamo che altre banche centrali asiatiche seguano questa direzione. Sul fronte fiscale, l’India ha razionalizzato il regime di Goods & Services Tax (GST) per sostenere i consumi, mentre il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha riorganizzato il governo e nominato un ministro delle Finanze propenso a una politica più espansiva. La Corea del Sud, guidata dal neo-presidente Lee Jae Myung, ha già approvato un secondo bilancio aggiuntivo a giugno. Prevediamo che anche il Giappone, con la sua imminente nuova amministrazione, allenterà la politica fiscale.

Le nostre raccomandazioni in tema di investimenti mantengono una visione costruttiva su obbligazioni e valute asiatiche alla luce del fatto che la Federal Reserve ha ripreso a tagliare i tassi di interesse a settembre. Per quanto riguarda i mercati azionari, privilegiamo quelli sostenuti dalla domanda interna, aperti a ulteriori tagli dei tassi e privi di rischi macroeconomici o politici specifici. In quest’ottica, riteniamo interessanti i mercati di Cina/Hong Kong, India e Australia.

Dazi: le aliquote reciproche imposte dagli USA all’Asia.
Dazi: le aliquote reciproche imposte dagli USA all’Asia.

Fonti: Casa Bianca, Morgan Stanley, AllianzGI Economics & Strategy, settembre 2025

La settimana prossima

La prossima settimana sarà dominata dalla pubblicazione degli indicatori anticipatori sia in Europa che negli Stati Uniti, insieme ai dati sulle vendite di abitazioni, sugli ordini di beni durevoli e sulla crescita del PIL del secondo trimestre negli USA.

Nell’area dell’euro, lunedì sarà pubblicato l’indice di fiducia dei consumatori dell’Eurozona per il mese di settembre. La pubblicazione dell’indice dei responsabili degli acquisti (PMI) dell’Eurozona per il mese di settembre, previsto per giovedì, rifletterà le ultime condizioni economiche sotto la minaccia dell’aumento dei dazi statunitensi.

Martedì, la pubblicazione dell’indice PMI manifatturiero e dei servizi negli Stati Uniti fornirà un quadro aggiornato del sentiment delle imprese per il mese di settembre. Il mercato si concentrerà sui segnali di peggioramento del sentiment delle imprese per valutare l’entità dei futuri tagli dei tassi della Federal Reserve. In settimana saranno resi noti anche i dati sulle vendite immobiliari negli Stati Uniti: le aspettative del mercato per agosto sono di quasi 4 milioni di case già esistenti e di 653 mila nuove abitazioni. Giovedì vedrà la pubblicazione degli ultimi dati di settembre sulle richieste di sussidi di disoccupazione, dei dati di agosto sulle vendite di beni durevoli e il dato definitivo sulla crescita del PIL nel secondo trimestre. Venerdì saranno diffusi gli indici dei prezzi PCE, in versione sia headline sia core, per il mese di agosto, e l’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan relativo a settembre.

Cordialmente,

Christiaan Tuntono
Senior Economist, Asia Pacific

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