Sintesi
Mentre il forte risultato del Movimento 5 Stelle è la novità dello scrutinio dei voti, i risultati preliminari indicano un Parlamento bloccato. Il problema per gli investitori è se l’incertezza politica possa far passare in secondo piano il miglioramento dei fondamentali economici del Paese.
Punti chiave
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I risultati preliminari delle elezioni politiche suggeriscono un parlamento bloccato, con nessun partito o coalizione in grado di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi.
I tre blocchi più importanti – la coalizione di centro - destra, quella di centro - sinistra e il Movimento 5 Stelle (M5S) - hanno ottenuto rispettivamente circa il 37%, 24% e 31% dei voti.
Due risultati spiccano: la forza del M5S e della Lega e, all’opposto, la modesta performance dei partiti moderati, il PD e FI. Il M5S sarà il partito
con più rappresentanti in Parlamento, mentre la Lega deterrà la leadership della coalizione di centro-destra.
Il nuovo Parlamento si riunirà il 23 marzo per eleggere i Presidenti di Camera e Senato. Quella sarà la prima opportunità per siglare delle alleanze, che potrebbero refigurare la futura maggioranza di governo; d’altra parte, il processo per formare il governo potrebbe richiedere ancora parecchie settimane.
I risultati attuali suggeriscono solo un numero ristretto di possibili coalizioni di governo. Il M5S potrebbe allearsi con il centro-sinistra e Liberi e Uguali. Una coalizione di partiti antisistema tra M5S, Lega e Fratelli d’Italia sembra improbabile, ma resta un rischio rilevante. Un’alleanza tra PD, FI e altri (Lega inclusa) è anche possibile. La probabilità delle diverse coalizioni potrà essere stimata più accuratamente quando i dati finali relativi ai collegi uninominali saranno disponibili. Nuove elezioni non si possono escludere.
In ogni modo, è probabile che il M5S sarà la forza più importante del futuro governo. Il partito ha addolcito le posizioni più estreme anti-Europa del passato e ha adottato un approccio più pragmatico. Le promesse elettorali relative al reddito di cittadinanza e all’indebolimento delle recenti riforme del sistema pensionistico potrebbero indurre il mercato a dubitare della sostenibilità fiscale di tali misure.
Come reagiranno i mercati? È probabile che una qualche volatilità si manifesti nel breve periodo, poiché i mercati italiani avevano sovraperformato da inizio anno nell’attesa di una grande coalizione tra PD e FI.
Nel medio periodo, tuttavia, è probabile che il focus dei mercati ritorni dalla politica ai fondamentali. Il PIL italiano è cresciuto dell’1.5% nel 2017 – circa il doppio di quanto atteso a inizio di quell’anno – e gli ultimi dati economici segnalano una continuazione di questa tendenza. In altre parole, sembra che infine anche l’Italia si sia agganciata al treno della ripresa globale e i risultati sono evidenti sia nella performance fiscale del governo che nei risultati aziendali.
I dati pubblicati la scorsa settimana hanno indicato un deficit dell’1.9% del Pil nel 2017 e il primo calo nel rapporto debito/Pil, per quanto modesto, da molti anni. Il settore bancario sembra aver superato le difficoltà più pressanti e aver ricominciato a fornire prestiti all’economia.
Implicazioni per gli investimenti
L’incertezza politica potrà ostacolare la performance dei titoli italiani? Fino a che le prospettive economiche continuano a migliorare, è probabile che i mercati continuino a concentrarsi sui fattori positivi che hanno supportato i titoli italiani nei trimestri recenti. Tra questi, il continuo supporto della BCE al mercato obbligazionario e un contesto istituzionale europeo più favorevole, specialmente dopo che una Grande Coalizione è stata approvata in Germania.
Tuttavia, il processo di formazione del nuovo governo potrebbe richiedere parecchie settimane. Inoltre, l’incertezza politica che ne deriva potrebbe mettere a dura prova la pazienza dei mercati. La coalizione che emergerà sarà probabilmente meno incline alle riforme e alla disciplina fiscale. L’incapacità di affrontare le debolezze del Paese nel breve termine potrebbe lasciare rischi maggiori nel lungo periodo.
Poiché i partiti euro-scettici saranno probabilmente parte della futura coalizione di governo, lo scenario politico è un fattore negativo per gli spread dei titoli di Stato e potrebbe essere d’ostacolo all’agenda Macron di riforma delle istituzioni europee.
La classe politica non dovrebbe sprecare le opportunità che l’attuale fase di crescita globale sincronizzata offre al nostro Paese.
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Sintesi
Gli esperti degli investimenti di AllianzGI si sono riuniti in occasione dell’Investment Forum di settembre per discutere della situazione economica a livello internazionale e del miglior approccio ai mercati. La nostra opinione condivisa? L’andamento dell’economia globale nel complesso è ancora positivo, ma l’impatto della situazione politica e del commercio internazionale sui mercati sarà sempre più imprevedibile. La gestione attiva di rischi e opportunità, diversificando a livello geografico, settoriale e per asset class, risulta di fondamentale importanza.
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